Già è drammatico che decine di migliaia di insegnanti siano precari, se poi lo Stato attua discriminazioni tra quegli stessi precari, ecco che la scuola – la quale costituisce le fondamenta della società contemporanea – rappresenta la situazione politico-culturale dell’Italia.
Un esempio della disparità di trattamento tra insegnanti è la Carta docente, 500 euro all’anno per la formazione professionale: dall’anno scolastico 2023/24, la Carta è stata assegnata anche agli insegnanti con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto. Rimane ancora escluso chi ha il contratto fino al 30 giugno.
Con un contratto collettivo nazionale scaduto da anni (e di conseguenza uno stipendio del tutto inadeguato rispetto all’inflazione), quali sono le conseguenze della mancanza della Carta, per un docente precario ed i suoi allievi?
Lo spiego, raccontando il mio caso, con un intervento su La Tecnica della Scuola.