“Aspettavamo almeno qualche domanda” è una ricca inchiesta sulla vita dei ragazzi, feriti dalla pandemia ma con idee e forza per costruire un futuro migliore. “Hanno capito che loro e la scuola non sono una priorità per chi guarda il mondo dall’alto”, si legge nell’introduzione dell’inchiesta, curata da Territori Educativi e Comune-info.
“Accogliere la rabbia dei giovani” è il mio contributo al dossier: una riflessione sull’intervento di due ragazzi dal palco di piazza San Giovanni durante la manifestazione per la pace a Roma, il 5 marzo.
«Alla vostra pace rispondiamo col conflitto. Guerra alla guerra». Potrebbero essere liquidate come parole di una ragazzina esaltata, ubriaca del microfono aperto sulla folla di piazza San Giovanni. Queste parole pronunciate da Siria, portavoce della Rete degli studenti alla manifestazione per la pace di Roma di sabato 5 marzo, sono invece quelle che più stimolano a pensare. La generazione di Siria ha tanta ragione per gridare con furia: chissà se gli adulti sapranno comprendere quella rabbia e abbracciarla.
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