BIPOLARISMO SINDACALE

«Ma questi ci prendono proprio in giro». Chissà se altri lavoratori e lavoratrici della scuola hanno avuto tale pensiero a leggere di alcuni sindacati che il 19 novembre hanno manifestato contro la legge di Bilancio.
Pochi giorni fa questi sindacati hanno firmato il rinnovo del contratto 2022-24 della scuola accettando un aumento degli stipendi del 6%, decidendo quindi che noi perdiamo l’11% di potere d’acquisto (vista l’inflazione al 17% sul triennio), e adesso protestano in piazza chiedendo «Come si sopravvive con questi stipendi?». Ma come, questi stipendi hanno avuto la vostra firma!

Secondo tali sindacati, avere acconsentito al rinnovo – cioè avere collaborato con il governo – serve per ottenere miglioramenti nel prossimo contratto, come promesso dai ministeri. Infatti lo sappiamo che la politica mantiene sempre le promesse.
Beh, ma allora, protestando oggi, questi sindacati smentiscono ancora se stessi: perché scendono in piazza, se si fidano del governo? «Così, tanto per farsi vedere», è una possibile risposta di chi a scuola ci lavora.
Se avessero preteso prima maggiori tutele e investimenti per il mondo della scuola, rifiutandosi di firmare il contratto, ora qualsiasi manifestazione risulterebbe credibile, invece di sfiorare il ridicolo. Unità nel chiedere un rinnovo degno avrebbe portato miglioramenti subito, senza posticiparli a un’eventualità futura.

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