Sembra ci sia un abisso, e invece culturalmente v’è un piccolo balzo tra il fare ciò che si vuole delle foto di una donna e l’ammazzare la compagna o la moglie.

Questo trascorso agosto in cui l’Italia, come dopo un sonno di pigri, s’è accorta via social di essere un Paese abitato da uomini arretrati, più ripugnanti dello stereotipo preistorico del cavernicolo tutto peli e grugniti, questo agosto in cui abbiamo scoperto migliaia di maschi – di qualsiasi ceto – pugnalare per anni i diritti di altrettante donne, diffondendo foto e su di esse sbavando su portali quali Phica e Mia moglie, questo trascorso agosto rimanda al giorno 30 del medesimo mese del 1970: allora l’Italia si scandalizzò per l’assassinio di Anna Fallarino da parte del marito, il marchese Camillo Casati Stampa Di Soncino. Lui 45 anni, lei 41.
Il nobiluomo, appassionato di caccia, quel giorno rientrò nel sontuoso appartamento di Roma con le idee ben chiare. La moglie e il suo amante venticinquenne, Massimo Minorenti, lo stavano aspettando in salotto. Lui prese il fucile, sparò tre colpi a lei, due all’amante, uno a se stesso.
E che c’entra con gli scandali dell’agosto odierno?
Il marchese, in accordo con la moglie, aveva un piacere: organizzare incontri sessuali per lei, stare lì ad osservare durante i rapporti, e fotografare.
