“Zombitudine”, lo smarrimento di una società in cui non si salva nemmeno chi si rifugia a teatro

Foto di Manuela Giusto

Foto di Manuela Giusto

(da L’Araldo dello Spettacolo)
La coppia Frosini-Timpano, al Teatro dell’Orologio fino al 23 novembre, usa gli zombi per riflettere sui nostri giorni. Talento, ironia e spunti interessanti soffrono i tempi lunghi della rappresentazione

Una coppia che scappa dagli zombie si è rifugiata sul palco del Teatro dell’Orologio di Roma, con una sola valigia di sopravvivenza come scenografia, a riflettere sul fatto che tutti nascondiamo uno zombi nell’armadio.

[Aggiornamento 2024: l’articolo non è più disponibile online, di seguito un riassunto tratto da una rassegna stampa]

“Frosini e Timpano, con la mimica degli sguardi persi nell’incomprensibile attualità, raffiche di parole incrociate e domande poste al pubblico, disegnano tra nuvole d’ironia che generano risate e amarezza la propria visione della società italiana, e forse di tutta la cultura occidentale contemporanea: una società decadente in cui tutti, approfittatori, perbenisti e oppositori del consumismo, sembrano non avere più una base di valori per tracciare di senso le proprie vite. […] Le “Regole Zombi” che vengono consegnate prima dell’ingresso in sala forniscono una possibile chiave di lettura di uno spettacolo che fa emergere i contrasti dell’epoca contemporanea, come il precariato che da condizione economica è diventata esistenziale (“Non fare programmi a lungo termine, mai oltre la giornata. È fortemente consigliato mantenersi su un orizzonte di tre quattro ore al massimo”), l’individualismo (“Non pensare mai agli altri. Pensa solo a salvare te stesso”), l’autoritarismo della maggioranza (“Diffida dei dissidenti del gruppo: se nel tuo gruppo c’è qualcuno che contesta le scelte del Leader conviene eliminarlo subito. In questo Stato, la democrazia non esiste”), lo svilimento dell’arte teatrale (“Cimiteri e teatri sono i luoghi migliori per nascondersi, essendo vuoti e pieni di morti”). In un’epoca di zombi, tuttavia, le chiavi interpretative funzionano poco. […] Tutto appare in decadenza: il nuovo che si presenta come tale è in realtà già putrido e gioca con il vecchio che resiste per inerzia, sembra dire una veloce “Bella ciao” che gli attori intonano sulle note del sarcasmo.
Ma se la coppia apre lo spettacolo dicendo che “la vita è una cosa meravigliosa che con i denti morde”, possiamo davvero credere che sia tutto ormai in via di decomposizione, oppure Frosini e Timpano vogliono in fondo invitarci a costruire insieme una vera innovazione della società?” […]

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