Il valore personale e professionale di Andrea “Andy” Rocchelli, fotoreporter ucciso a trent’anni in Ucraina il 24 maggio del 2014, è stato celebrato nella sua città natale, Pavia. Il decennale dell’omicidio è stato un’ulteriore occasione in cui familiari, amici, colleghi e istituzioni (dall’Ordine dei giornalisti al sindacato Fnsi) hanno denunciato la mancata giustizia sulla vicenda e un silenzio mediatico che colpisce la libertà d’informazione.
Insieme a Rocchelli, i mortai dell’esercito ucraino uccisero Andrej Mironov, giornalista, interprete e attivista dei diritti umani russo, e ferirono gravemente William Roguelon, fotoreporter francese.
Rocchelli, tra i fondatori del collettivo fotografico Cesura, stava documentando gli scontri tra l’esercito e i separatisti filo-russi vicino a Sloviansk, nella regione del Donbass: un conflitto dimenticato e poi sfociato nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina.
La famiglia e gli amici di Rocchelli cercano ancora giustizia.