Le righe che seguono mi sono state ispirate – nell’ambito del corso di Didattica della letteratura del prof. Martino Negri, Scienze della formazione primaria, università Milano Bicocca – dallo studio del testo “Desideri sogni bugie” (ed. Babalibri), nel quale il poeta Kenneth Koch (in foto) spiegò il proprio lavoro a scuola – anche in Italia – per fare poesia con i bambini. Lettura caldamente consigliata!
L’idea didattica è di leggere le seguenti righe agli allievi (tranne l’ultima, per rilevare solo in seguito che lo scrivente è il maestro stesso) e stimolarli – dopo una conversazione con liberi commenti dei bambini – con una provocazione pedagogica: «Beh, questo signore ha scritto quel che pensa dei bambini. Che ne dite di scrivere quel che pensate voi degli adulti?».
Si segue allora la traccia, certamente attraverso l’anafora («I grandi sono…»), poiché essa sostiene la strutturazione del flusso poetico, e tramite un’elencazione di aspetti positivi e “negativi” (che ho scritto appositamente come provocazione, ai fini di accendere il desiderio alla risposta scritta); almeno questo sarebbe il suggerimento, poi i bambini scriveranno un po’ ciò che vorranno (magari solo aspetti negativi!) e non ho dubbi che fioccherebbero poesie.
I BAMBINI CHE COSA SONO?
I bambini sono moccolo al naso
i bambini sono ginocchia sbucciate
i bambini sono grida sguaiate
i bambini sono sogni realizzabili
i bambini sono parolacce nascoste
i bambini sono saltelli sui marciapiedi
i bambini sono corse nei corridoi
i bambini sono verbi accrocchiati
i bambini sono errori divertenti per chi li capisce
i bambini sono sensibili ai bisbigli delle foglie
i bambini sono lucciole in uno sgabuzzino
i bambini sono grandi caldi occhi di piumone
i bambini sono bagliori di tende nella notte
i bambini sono lingue di fuoco impertinente
i bambini sono pianti noiosi
i bambini sono rugne testarde
i bambini sono bisticciate e poi pace
i bambini sono macchie di sugo
i bambini sono gelato sciolto sul cono
i bambini sono piscina e ghiaccioli
i bambini sono pisciate nelle lenzuola
i bambini sono irrequieti vulcani di risate
i bambini sono ghiri appicicati al letto
i bambini sono sciarpe al vento
i bambini sono stringhe slacciate
i bambini sono «pucci puuucci…picci piiiicci»
i bambini sono schiaffi di adulti gerarchi
i bambini sono zanzare parolaie
i bambini sono baci di musica
i bambini sono infanzie dimenticate
i bambini sono incomprensibili ai potenti
i bambini sono vittime del mondo
i bambini sono il riscatto del mondo
i bambini sono storie da scrivere
i bambini sono il mio lavoro, i miei pensieri.