FILASTROCCA DELLO STARE A CASA

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Se si potesse insegnare nel profondo
pur stando lontani
andrei in giro per il mondo
a lanciare libri e fantasia da mille deltaplani

Se si potessero abbracciare i bambini
rimanendo nell’appartamento
avvinghierei il pianeta dei piccini
foss’anche solo per un magico momento

Se si potesse volare sull’infinito d’un aquilone
tenendo serrata la porta
coglierei l’unica gioiosa soluzione
facendo d’un bel filo grande scorta

Se ci si potesse al mattino svegliare
per il vociare in strada della gente
giù dal letto mi precipiterei a zompare
senza dire «Gli venisse un accidente!»

Se si potesse cacciare via ogni problema
con una sonora spedizione ardita
musicherei con l’ukulele un anatema
ma questa non sarebbe vita

Se si potesse imparare da questo male oscuro
per seppellire con un monumento la stupidità
darei ai bambini le chiavi del futuro
inginocchiandomi alla loro volontà.
                                                                                            
                                                                                      Daniele Ferro

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Crossword Labs: cruciverba gratis online per imparare divertendosi

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Cercando una risorsa semplice, gratuita e che non comporti la creazione di un account da parte degli alunni per divertirsi con un cruciverba, ho trovato Crossword Labs: permette – oltre a una facile creazione – di inviare agli allievi un link, che consente di scrivere online le soluzioni.
 
Ho realizzato il cruciverba qui sotto (guarda la versione sul sito Crossword Labs) dopo avere registrato la lettura ad alta voce del capitolo 3 de C’era due volte il barone Lamberto di Gianni Rodari: lo sto leggendo ai bambini che seguo, capitolo per capitolo, ed ho pensato che oltre a un quiz di comprensione, potesse divertirli cimentarsi con un cruciverba che riporti alcune parole della lettura ascoltata. Eh sì…sembra piacere: per questo consiglio l’utilizzo di Crossword Labs!
 
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Filastrocca del bisbiglio

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Spesso in classe bisogna dire ai bambini di abbassare la voce, per discutere insieme e tra di loro: «Si può anche bisbigliare, bisbigliare!».
Allora ho pensato che con una filastrocca (letta ad alta voce dal maestro non più maestro ma dal signor Favoleggio Favoleggo col cappello nero a corta tesa), il concetto potesse passare più facilmente e…”divertentemente”.
P.s. L’accenno al miglio come cereale è legato al programma di storia di quarta.

                                                            FILASTROCCA DEL BISBIGLIO

Filastrocca del bisbiglio
lunga e corta quanto un miglio
attenzione!, non dei babilonesi il cereale
ma la misura d’una distanza non proprio siderale

Con la tecnica del bisbiglio, cioè pss-pss-pss
s’evita l’ordine del silenzio, cioè shh-shh-shh!
Ma soprattutto, perché parlare a voce alta?
Va a finire che la testa dal male si ribalta!
Va a finire che si crea un gran marasma:
solo a pensarci mi viene un attacco d’asma!
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I “segni” di una maestra che vivranno per sempre

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Ne avevo combinata una di troppo, oppure avevo parlato o riso disturbando i compagni al di là del limite. Così la maestra Annalisa Risi mi diede una nota.
Quando Annalisa scriveva una nota, la questione era seria: lei non aveva l’abitudine di aprire i diari dei bambini per faccende che si potevano risolvere con un rimprovero in classe, senza scomodare le famiglie. E non aveva l’abitudine di cancellare a fine giornata la nota, utilizzandola come strumento di minaccia e controllo. In questo modo, quando Annalisa mi dava una nota, sapevo che tornato a casa avrei dovuto affrontare una seconda volta le conseguenze del mio comportamento.

Quel giorno, però, devo avere guardato e implorato la mia maestra in maniera assai pietosa: in corridoio, mentre stavamo per uscire da scuola, Annalisa cancellò la nota. Incredulo, provai un profondo senso di gratitudine, e allo stesso tempo non svanì il senso di colpa per ciò che avevo combinato. Non sentii di averla fatta franca: piuttosto, la mia maestra mi aveva perdonato.
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Giancarlo Siani e l’inclusione: le parole che insegnano ancora

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Il 23 settembre del 1985 fu ucciso dalla camorra Giancarlo Siani, una persona che con la sua attività giornalistica ha reso l’Italia migliore, nonostante avesse soltanto 26 anni quando venne trucidato dai colpi.

Chi uccide non può uccidere le parole e gli insegnamenti che una persona ha lasciato: da insegnante con un trascorso di giornalista professionista, è per questo che oggi rileggo le parole di Siani e le trovo ancora più profonde e luminose di insegnamenti.

Il giornalismo – l’informazione – e l’educazione sono strettamente legate. Per essere persone davvero educate, e quindi libere, capaci di scegliere con giudizio e coscienza, bisogna conoscere quel che accade nella società, vicino e lontano da noi, per sapere come comportarsi, come pensare; la nostra vita è relazione con l’ambiente circostante e con le altre persone: non possiamo, non dovremmo, ignorare ciò che apparentemente non ci riguarda nelle nostre vite quotidiane da singoli individui
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SELEZIONE DEGLI UMANI E PAGELLE

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Durante gli scrutini finali delle settimane scorse, trovandomi a dovere assegnare un voto ai bambini di cui ho avuto la responsabilità del sostegno, sono andato a rileggere le righe scritte da Alberto Manzi il 7 giugno del 1975, con le quali il maestro comunicò una decisione: «Non ho mai classificato nessun alunno […] Se è obbligatoria la classificazione, delego la segreteria della scuola a dare lo stesso voto ad ogni alunno e per ogni materia».
[…] Non mi sento bene, consapevole che con un voto, con lo scrutinio, ho perquisito l’animo, la personalità di un bambino in difficoltà. E sospiro, cercando orizzonti di luce: li trovo negli occhi dei bambini con i quali lavoro. Quanti sono, tuttavia, i muri neri d’indifferenza che dobbiamo cercare di abbattere?
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I MURI CHE INIZIANO SUI BANCHI

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«Se si è festeggiato tanto l’abbattimento del muro di Berlino, perché oggi nel mondo ci sono nuovi muri in costruzione?». La domanda di Samuele risale all’anno scorso; sorta astuta in una scuola media dalla capacità adolescenziale di scovare l’ipocrisia adulta e di non rimanere indifferenti alla cronaca – Samuele si riferiva al muro statunitense al confine con il Messico – ancora me la ritrovo ogni tanto a gironzolare per la testa, insieme a un’altra questione: e se si dessero bei voti anche per le domande degli studenti, invece che per le sole risposte?
E quando noi adulti non abbiamo risposte che possano davvero spiegare l’insensatezza dell’umanità, non dovremmo attuare uno sciopero delle interrogazioni per tutelarci dall’incapacità di rispondere alle domande piene di vita dei ragazzi?
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ESSERE COME NESSUN ALTRO È

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«L’autismo non è un “regalo”. Per i più è una battaglia senza fine contro la scuola, i luoghi di lavoro e i bulli. Ma con adeguate circostanze e aggiustamenti, può diventare un superpotere. Ho avuto la mia bella dose di depressioni, ansia e disturbi. Ma senza la mia diagnosi, non avrei mai iniziato lo sciopero della scuola. Perché allora sarei stata come qualsiasi altra persona».

È ancora lei, la sedicenne svedese Greta Thunberg, a farmi piombare nel glocale, vale a dire la necessità di unire e valorizzare la nostra quotidianità e il territorio in cui viviamo (il locale) con ciò che accade nel mondo (il globale); è un’urgenza pedagogica, perché il nostro pianeta è uno solo e le menti dei popoli che lo abitano sono sempre più interconnesse attraverso i mezzi di comunicazione: la globalizzazione fondata su valori come quelli della nostra Costituzione, può essere un cammino verso la solidarietà e la diversità che è ricchezza.
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CLIMA, APPELLO PER UN’EDUCAZIONE AMBIENTALE DIFFUSA

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Da neo-maestro di sostegno sono rimasto molto colpito, e commosso, dall’accoglienza entusiasta di una mia proposta, per il FridaysForFuture di venerdì 15 marzo, da parte dei bambini di una terza elementare in cui lavoro. Lo stupore si è ingigantito quel giorno stesso a scuola, nell’osservare la caparbietà con cui hanno presentato riflessioni e disegni al sindaco del paese, alla dirigente e ai genitori, e constatando il coraggio di cui i bambini sono capaci: un’alunna, la più esile della classe, ha alzato subito la mano quando – con una proposta improvvisa anche a me stesso – ho chiesto ai bambini se qualcuno avesse voluto leggere alcune righe tratte dal discorso di Greta Thunberg alla Conferenza Onu sul clima di Katowice dello scorso dicembre.

La piccola, grande Nassima ha fatto un passo in avanti, desiderosa di leggere dinanzi agli adulti righe mai incrociate prima, ma di cui conosceva il viso dal quale erano state pronunciate…
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“AVRÒ CURA DELLA TERRA” – Filastrocca di primavera

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Innanzitutto, grazie a Marcello per avermi donato il 3.2.2017 l’opera d’arte qui di fianco (sempre una di quelle parte della mia galleria d’arte fanciullesca appesa in casa, vedi l’altra di Aurora). Qualcosa mi dice che Marcello già sentisse aria di primavera quel giorno di febbraio di scuola d’infanzia, dove mi ha conosciuto come educatore. E ora che lui è alla primaria, e ci sono tornato pure io da maestro per incontrare maestri-bambini, dedico anche a lui questa filastrocca di primavera che leggerò nella classe dove lavoro. Parole con cui vorrei volare, in rispetto ai milioni di studenti che hanno manifestato per il FridaysForFuture del 15 marzo, in rispetto ai sogni, alla Natura e agli esseri migranti, animali o umani che siano. 

                   AVRÒ CURA DELLA TERRA

È arrivata sospinta dalle rondini instancabili
con il vento del Sud e ali piccine formidabili

Annunciata da una Luna gigante nella notte
nei sogni ci sussurra desideri e nuove rotte

La sentite nei profumi dei fiorellin sbocciati?
La vedete nei tramonti di dolcezza colorati?

Gli scoiattoli zampettano, gli uccellini suonan festa,
le api fanno il miele e la vipera s’è desta

Presto, forza! Su le tapparelle:
il sole dona luce alle idee più belle

La Natura è meraviglia che cambia le stagioni
c’insegna a rispettare le umane migrazioni

Questa sera andrò a dormire bisbigliando una preghiera:
«Avrò cura della Terra…benvenuta primavera!».

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