MINIMO OMAGGIO A JAN PALACH

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Il 16 gennaio 1969 lo studente Jan Palach si cosparse di benzina e si diede fuoco in piazza San Venceslao a Praga, per protestare contro l’occupazione sovietica e chiedere idealmente la libertà di tutti i popoli: morì tre giorni dopo, il 19 gennaio. Aveva 21 anni.

Mi scintillano gli occhi di commozione
ascoltando la notizia della tua memoria:
per liberare popoli da un’Armata prigione
incendiasti il tuo corpo, il Novecento e la Storia

MINIMO OMAGGIO A JAN PALACH

Mi scintillano gli occhi di commozione
ascoltando la notizia della tua memoria:
per liberare popoli da un’Armata prigione
incendiasti il tuo corpo, il Novecento e la Storia

L’orizzonte era sangue di cortina di ferro
pompava ribelle nelle vene d’un ventenne
cinquant’anni dopo sulla rassegnazione non atterro
mentre volo alla ricerca d’un tuo ricordo perenne

Vorrei abbracciare la chitarra
cantare l’inno al tuo omaggio
suonarla a mo’ di scimitarra
contro il potere che ci lega in ostaggio

Avrà senso disturbare il sonno al vicino
se il mondo è più obeso di muri di Berlino?

E adesso che i fascisti ti sfruttano eroe
per gridare di nuovo bruceresti la tua cenere
remerebbero gli indigeni con le loro canoe
a svelare fumo e miti di multinazionali tenere
con i volti tatuati di ogni colore
e arcobaleni di neve inchinati in tuo onore

Jan Palach, al posto del tuo corpo bruciato
arde il sole stuprato dell’avvenire sognato
a Praga, sul porfido, sei un cristo immolato
una croce rimembra un fiato spirato

Su piattaforme virtuali di folle supine
manifestano oggi le piazze cretine

Ma dal cielo non piangere, non è stato invano
il tuo sacrificio ancora ci scalda sovrano.

Mercoledì 16 gennaio 2019

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